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Commenti al testo di Redazione LaRecherche.it
Franca Alaimo

Sei nella sezione Commenti
 

 silvia rizzo - 06/02/2011 08:17:00 [ leggi altri commenti di silvia rizzo » ]

Franca Alaimo in questa intervista dice esattamente in maniera limpida e forte quello che anch’io penso della poesia e non c’è una virgola che non sottoscriverei.

 Lorenzo Mullon - 16/11/2010 11:54:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Chiedo scusa se intervengo di nuovo, volevo solo aggiungere, rispetto alle considerazioni di ieri, per non offendere la sensibilità e non voler fare un torto a nessuno, che per fortuna anche i deserti fioriscono, a volte.
Quello che resta incredibile è la non considerazione della poesia nella società italiana. Domenica a Venezia un commerciante è uscito dal suo negozio, mentre parlavo con una coppia, dicendo: "Ecco un regalo per te che giri a dire poesie". Mi ha dato un libro sui Baul indiani, poeti e cantori mendicanti, e sfogliandolo si legge che "in loro onore vengono organizzate da sempre fiere di ogni tipo, da quelle spontanee ai margini delle strade, nei templi, nelle piazze o nei pressi delle stazioni ferroviarie, a quelle più grandi come il raduno di Shantiniketan ... I Baul si stupiscono che in loro onore vengano organizzati feste e raduni, loro sono solo dei folli che vogliono poetare e cantare".
Ancora complimenti per la bella intervista!

 Lorenzo Mullon - 15/11/2010 07:20:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Cara Franca, scusami, leggo solo ora questa intervista, mi ha colpito molto quello che dici a proposito della poca considerazione della poesia in Italia. Non vorrei essere punitivo ma forse non c’è solo un "complotto" contro la poesia da parte della società dei consumi e dello spettacolo, c’è sicuramente, ma forse qualche responsabilità è dentro di noi. Io la individuo nella mancanza di coraggio. Coraggio a scavare di più dentro di noi e coraggio nelle scelte di vita. Mi spiego. Anni fa camminavo per Milano con Roberto Sanesi, e mi disse qualcosa che non mi aspettavo, conoscendo il suo orientamento verso la poesia sperimentale. Mi disse che la grande poesia, la poesia della visione, quella che era fiorente in Italia con Dante, si era poi trasferita in toto nel mondo anglosassone lasciando un deserto qui da noi. Dei nostri contemporanei solo Alda Merini conservava in alcune poesie questa capacità, perché aveva toccato dei vertici e degli abissi nella propria vita che pochi poeti riescono a sperimentare e a testimoniare.
Forse il segreto del suo successo tanto invidiato e tanto incompreso è proprio questo, perché noi tutti abbiamo un disperato bisogno di profondità e di visione, la nostra anima urla questo bisogno, se non troviamo nessuno ad interpretarlo in carne ed ossa, e adesso, ma solo nel passato, ripieghiamo nella delusione e nello sconforto, manca il motore stesso della vita, perché questo è La Poesia.

 Franco Fabiano - 07/10/2010 18:32:00 [ leggi altri commenti di Franco Fabiano » ]

In molti dei pensieri, espressi in modo tanto sereno quanto efficace, ho potuto in un certo senso ritrovarmi: anche io, ad esempio, ho iniziato a scrivere assai presto, e questa passione (o questa "urgenza") è divenuta preponderante, assumendo nella vita un’importanza ben radica. Una ineluttabile necessità.
Le parole dedicate alla figura del poeta, alla solitudine nella quale vive, sempre alla ricerca della parte più segreta, più nascosta di sè, è un’immagine romantica (ma anche veritiera) che ha una connotazione affascinante, perchè lontana dalle grida che vogliono sopraffare la naturale inclinazione ad un silenzio costruttivo.
La poesia, o meglio la scrittura, si nutrono di questa dimensione spirituale, di quel bisogno di "vivere con introspezione" il proprio viaggio terreno e, con esso, la scoperta del mondo che si apre ai nostri sensi.
Dalle parole emerge - piacevolmente - uno spaccato di autentica umanità che trasmette un messaggio di vita ampiamente vissuta, con quanto di realistico, sensibile ed artistico che ne svela al fine il più alto significato.
(testo riscritto per correggerne gli errori di battitura).


 Franco Fabiano - 07/10/2010 18:25:00 [ leggi altri commenti di Franco Fabiano » ]

In molti dei pensieri, espressi in modo tanto sereno quanto efficace, ho potuto in un certo senso ritrovarmi: anche io, ad esempio, ho iniziato a scrivere assai presto, e questa passione (o questa "urgenza") è divenuta preponderande, assumendo nella vita un’importanza ben radica. Una ineluttabile necessità.
Le parole dedicate alla figura del poeta, alla solitudine nella quale vive, sempre alla ricerca della parte più segreta, più nascosta di sè, è un’immagine romantica (ma anche veritiera) che ha una connotazione affascinante, perchè lontana dalle grida che voglio sopraffare la naturale inclinazione ad un silenzio costruttivo.
La poesia, o meglio la scrittura, si nutrono di questa dimensione spirituale, di quel bisogno di "vivere con introspezione" il proprio viaggio terreno e, con esso, la scoperta del mondo che si apre ai nostri sensi.
Dalle parole emerge - piacevolmente - uno spaccato di autentica umanità che trasmette un messaggio di vita ampiamente vissuta, con quanto di realistico, sensibile ed artistico che ne svela al fine il più alto significato.

 Maria Musik - 19/02/2010 07:53:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Leggere questa intervista ha colmato, come spesso mi capita da quando abito larecherche, il senso di inadeguatezza e di solitudine che da sempre invadono a momenti la mia vita. Riconoscersi nelle parole e nelle esperienze di vita di qualcuno che stimiamo è estremamente confortante. Le risposte di Franca Alaimo hanno rinforzato in me la abnegazione ad una "schizofrenia buona" con la quale ho imparato a convivere, quella che mi ha condotta qui, ribattezzata col nome Maria. Comunicare attraverso la parola scritta è compiersi, affermarsi, viversi nella propria interezza, esponendosi violando pudori e reticenze ed, al tempo stesso, confondersi con il tutto che è nell’altro, nei suoi luoghi fisici e psichici, nella natura.
Grazie di cuore a Franca per la sua generosità.

 Roberto Maggiani - 16/02/2010 17:11:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Anche se l’intervista è stata fatta da me, mi sento di dover scrivere qualche riga a commento della stessa.
Franca ha una presenza poetica discreta, quasi silenziosa, ma il suo sussurro supera il vociare inutile del mondo.
Mi piace la "voce" di Franca perché sa essere ferma e dolce, come quelle grandi donne che hanno avuto nella loro storia un carisma, una sorta di missione, e la compiono con serena e lucida conoscenza del bene e del male che ne può derivare; anche Franca è così, v’è un angelo che ne sostiene la forza poetica, un angelo che l’accompagna e col quale il poeta ha una simbiosi perfetta che ne innesta direttamente l’intelligenza sull’intelligenza del mondo. Nella sua profonda intuizione, Franca sa ascoltare le parole - nel luogo inconscio dove l’Io incontra il Sé, se mai esiste tale luogo - parole che sono la relazione tra sé stessa e qualcosa che è completamente Altro da sé: nella sua voce poetica v’è il respiro di un mondo eterno di soave consistenza e adatto equilibrio e perfezione.

 Franca Alaimo - 07/02/2010 15:37:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

CARA LOREDANA, HO IMPARATO A MEMORIZZARE MOLTI VERSI, NON MIEI, MA DEGLI ALTRI POETI, PERCHé, QUANDO GUARDO L’OSCURITA’ IN ME, FUORI DI ME, NE RECITO QUALCUNO E MI SENTO COME CULLATA E CONSOLATA.
GRAZIE PER AVERE LETTO L’INTERVISTA COMMENTANDOLA CON TANTA PARTECIPAZIONE. FRANCA

 Salvatore Violante - 06/02/2010 22:56:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Violante » ]

Cara Loredana,
nello Zibaldone 4418, il povero grande Giacomo Leopardi, scrive:- All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà con gli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono di campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici....- Si tratta evidentemente di star dentro la realtà rivisitandola con gli occhi protesi verso l’infinito, più in là d’essa, là dove c’è la sua faccia in ombra.

 Loredana Savelli - 06/02/2010 20:12:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Non voglio affatto affermare che la poesia sia una comoda via di fuga; al contrario mettere in evidenza come, pur guardando diritta negli occhi la realtà, essa costituisca uno dei pochi strumenti capaci di renderla tollerabile, anzi degna d’amore perfino nei suoi lati più oscuri e crudeli." Questo pensiero è per me molto illuminante, anzi vorrei che lo fosse per chiunque si ponga davanti alla realtà con cuore sgomento quando ne tocchi con mano i "lati più oscuri e crudeli". Ben venga quindi "la via di fuga" (ovvero di salvezza) nella misura in cui la poesia non nega la realtà, ma anzi la penetra, la trasfigura, la tollera, la accoglie, la purifica e la ama. Grazie Franca (e "larecherche").

 Salvatore Violante - 05/02/2010 16:09:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Violante » ]

Mi sembra un buon lavoro. Un’intervista a tutto campo che tira fuori etica e poetica da una chiacchierata fra amici. Io non conosco bene Franca Alaimo come non conosco bene troppi scrittori contemporanei, tuttavia,l’intervista me ne ha dato un’idea. Stimolerà una migliore conoscenza.Condivido con lei, l’analisi che fa del secondo novecento. Non sempre sperimenta per inglobare ma, spesso, per confondere. C’è un libretto di un mio, allora amico, Sebastiano Vassalli dal titolo "Arkadia" - Storia degli impoeti d’italia- mi pare dell’82, che denunciava appunto questa tendenza dello sperimentalismo fine a se stesso. Mi ritrovo anche con l’idea di poesia e di linguaggio della poesia di Franca Alaimo. A me piace molto immaginare tra poeta e realtà una sorta di differenza di potenziale. L’arco voltaico che essa produce è il linguaggio della poesia. Questo si comporta come l’ape fa con i fiori. Si posa per succhiare il nettare ma sporca le ali di polline. Finisce per distribuirne in giro suo malgrado. Mi piace il filo conduttore della sua vita e delle sue sillogi poetiche: la fede nell’uomo e nella vita, e, sopratutto, l’accettazione del dolore e della gioia come mezzi di conoscenza e di iniziazione alla sapienza. Mi piace pure la sua convinzione circa la necessità d’isolamento del poeta per meglio ascoltarsi e cioè per meglio ascoltare gli echeggiamenti che vengono dal profondo e che soli possono imprigionare in una parola un poco di realtà, in eterno. C’è un’altra poetessa che ha scelto l’isolamento, penso a Rubina Giorgi, forse per meglio identificare Franca alaimo.